
Che cos’è oggi fare poesia? Che significato ha scrivere versi?
Certo, è dare sfogo ai sentimenti più cocenti, più pulsanti, più dolorosi, più coinvolgenti, più belli, più invadenti, è legare tra loro parole che concretizzino e definiscano gli imput emotivi che ci nascono dentro e farne melodie, armonie, come un suggestivo méloloque.
Riversare su carta emozioni, ecco cos’è fare poesia, senza dilungarsi in (noiose) stesure prosastiche, essere brevi, concisi, definitivi, pur lasciando al lettore gli spazi interpretativi. Fondere in unità sintagmatiche il sentire e il dire senza smarrire il senso ispirativo.
Tanti i percorsi a dare l’idea delle tendenze poetiche d’oggi: minimalismo, esistenzialismo, poesia civile, materialismo, naturalismo, spiritualismo, lirica, antilirica, classicismo, modernismo. Tante le sigle caratteristiche, tanti i modi di raccontarsi, tante vie verbali e sonore; tanti accostamenti insoliti, callida iunctura (l’abilità di prende parole quotidiane che, accostate a termini a cui non vengono mai legate, assumono un significato totalmente diverso da quello letterale), e questa crestomazia ne è lo specchio.
Ma io tralascerei tutte queste definizioni per andare al cuore del nocciolo, alla sua penetrazione. La poesia è quella combinazione assurdamente fantastica che entra dentro e fa vibrare le corde del sentire, che manda in estasi, confonde, abbraccia, con prepotente dolcezza trascina in un mondo nuovo, sconosciuto, un mondo al quale abbiamo sempre intimamente sognato di accedere; e non è detto che non sia uno scampolo di nuvola, un liquido specchio di mare o un incendio di papaveri a indicare la strada.
E i poeti? I poeti sono una specie umana particolare. Sono continuamente in viaggio, verso dove neppure loro lo sanno. Sono nati per navigare verso un’isola lontana, la cui rotta non è segnata su nessuna mappa. Intraprendono viaggi su zattere fragili e precarie, avventurandosi su mari sconosciuti; si impigliano in secche, sbattono su scogli irti e aguzzi, trovano bonacce e venti che scompigliano le vele ma sempre mirano all’isola dei loro appagamenti. Non scorgono fari, non seguono stelle, ma anche rendendosi conto dell’improbabilità dell’impresa continuano, caparbi, il loro cammino per raggiungere la meta.
D’altronde la ricerca dell’isola che non c’è è un po’ nelle corde degli umani, si ambisce sempre a qualcosa di più, a superare i limiti e allungare lo sguardo verso orizzonti impossibili. Il poeta rimane sempre in bilico fra la caducità terrena e l’infinitezza a cui aspira e questo crea in lui un tormento perenne che è anche il focus del suo canto.
Così, rimembrando Leopardi, alla fioca lucerna poetando, il poeta mette a nudo il suo Io più nascosto, i suoi sentimenti, le sue memorie, le sue osservazioni; ci trascina in vertigini emotive con la potenza della parola. Ed è proprio la parola ciò che determina la potenza del poièin, usando tutte le risorse a disposizione per farsi effettiva, significante, concreta: si spezza, s’arrotonda, si sfuma, si contrae, si metaforizza, per rendere visivo e corposo il messaggio dell’anima.
Avvicinarsi alla poesia vuol dire amare, vedere, osservare, descrivere, sentire; vuol dire offrire armonia e senso alla nostra vita, vuol dire conoscere, imparare e saper tradurre le nostre competenze in qualcosa che superi il personale per rendersi patrimonio di tutti. (dalla prefazione dell'antologia, di Roberta Borgianni Presidentessa Ass. Culturale "LunaNera)
Alcuni estratti dell'Antologia
L'ingloriosa fine del sognatorio
di Paolo Cattolico
[Malpensa, 2019]
L'ultimo giorno, eccolo qui.
Guardie austere,
in divise arancioni,
hanno messo sigilli
alla nostra boutique.
Malvisto, era, di certo
questo fabbricar sogni su misura
e, accampando problemi
di sicurezza aeroportuale,
ci hanno chiuso.
Un telone bianco,
impenetrabile e formale,
"spazio in allestimento"
inuma ogni nostra speranza,
scusandosi per il disagio.
Apriranno, si dice, qualcosa
di più consono ad un Terminal:
distributori di sogni in lattina,
o punti vendita di suggestioni ghiacciate,
pronte a essere sciolte e pensate.
E noi, di notte, quali monatti,
con due carrelli sgangherati,
ci siamo avviati al furgone
portando via gli ultimi capolavori,
imballati alla bell'e meglio.
***
Latte di Mandorla
di Mario Bevilacqua
Punti di luce colorati spariscono,
ingoiati da una spirale veloce
di latte di mandorla.
Imprigionati
dal silenzio appiccicoso di glucosio,
riemergono a fatica,
verso un centro geometrico pulsante.
Finalmente,
esausti,
si posano sulle mie labbra,
e li assaporo
senza fretta
stilla dopo stilla.
***
Faust
di Anna Maria Folchini Stabile
Regalerei
i miei anni
per ritornare
a quel giorno
di neve
in cui tu
mi guardavi
e io sceglievo...
***
senza titolo
di Andrea Terreni
Fremiti e nebbia dalla bocca
e pugnalato dentro al respiro
dalle lame d'ottanio intinte,
fuorilegge spazio nella notte
e come baionette nella carne
arrivano senza avviso i tuoi baci.
E per mano seppi abbandonare
in mezzo ai sassi d'Antignano
la scorza di dolore appesa
alla roccia in fondo al petto.
***
L’Associazione Culturale “LunaNera” no-profit è composta da persone che hanno a cuore la diffusione della Cultura e dell’Arte in tutte le loro molteplici forme e manifestazioni: poesia, narrativa, musica, saggistica, arti figurative, fotografia, ecc. I partecipanti a questa libera Associazione Culturale – apartitica e apolitica – sono Autori (e non solo), che si sono uniti sinergicamente per un’attività a 360°, secondo il criterio del concetto di “artetotale”. Condividono con amore e passione i loro progetti e perseguono con caparbietà i loro sogni, per arrivare a reali finalità benefiche e umanitarie, oltre a quelle artistiche e letterarie.